Beniamin profeta 1971 - Teatro Dialettale Stabile della Regione Ligure/stagioni

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Beniamin profeta 1971

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Beniamin profeta

di Emilio del Maestro
regia di Gianni Orsetti
attori :
Tullio Mayer, Lella Taviani, Germana Veranzini, Mario Dighero, Giancarlo Migliorini, Aldo Ravera.

1971


LA CRITICA

Il Secolo XIX sabato 12 giugno 1971

Teatro stabile dialettale

Bilancio di una stagione

Calorosi applausi hanno accompagnato la commedia: «Beniamin il  profeta» di Emilio Del Maestro, l'ultima del  cartellone dello stabile dialettale ligure, rappresentala nella  Sala Carignano dalla compagnia dialettale «Mario Cappello». I tre atti hanno per protagonista il «profeta », impostore, ma simpatico, vestito  hippy, che riuscirà, grazie  alle sue prendo • profezie, a stentare un complotto ordito a suo danno dal comm.  Reputa, ex socio. che — dopo  averlo estromesso dagli affari —  vorrebbe negargli anche vitto e alloggio; anzi farlo rinchiudere in un manicomio,
«campà un pò megiu». Si scusa  Beniamin. alla conclusione della commedia che Io  vede felice a tavola, tra piatti  di ravioli e di cima, «devo far  credere di avere delle doti profetiche».

Questa è la sua   filosofia diventata  ormai condotta di vita e rappresentata magistralmente  dalla recitazione di Tullio Mayer, primo attore dello Stabile  dialettale ligure il quale, appunto, impersonava il il «falso  profeta Beniamin».
Altri attori da segnalare sono: la debuttante Lella Taviani. nella parte della segretaria bella, ma altrettanto antipatica; Germana Veranzini: Mario Dighero; Giancarlo Migliorini e  Aldo Ravera.
E' finita così la prima stagione  dello Stabile dialettale ligure, nato nel novembre scorso dalla fusione di tutte le compagnie  dialettali di Genova.
Quali i risultati? Dall’affluenza del pubblico si può de durre che lo commedie hanno  decisamente «sfondato
», infrangendo  i vecchi schemi «goviani», che prevedevano il centro motore, cioè il capocomico,  attorno al quale dovevano passivamente ruotare  gli altri attori, con l'unica funzione di imboccargli le battute. Teatro dialettale  rivoluzionario, quindi, e accettato dai «fedelissimi» della tradizione folkloristica ligure .
A chi va il merito di tutto  ciò?
Innanzi tutto a1 presidente del Circolo «Cappello». Il dottor Adriano Fazio, che ha patrocinalo. In una storica  «tavola rotonda» (dalla quale  è nato lo Stabile dialettale ligure). l'idea di fondere  tutte le compagnie di Genova. cosa allora rivoluzionaria. per ché l’individualismo e le rivalità esistenti non lasciavano sperare in un accordo.  Altri  autorevoli artefici di questa realizzazione sono: Tullio Mayer,  il quale è oltre che bravo  attore e scenografo. anche direttore della compagnia insieme con Laerte Ottonelli; Gianni Orsetti e Giorgio Grassi registi; e Michele Lattanzio scenografo. Mirabile per l'impegno e la bravura si è rivelato tutto il cast composto da trenta quattro attori dilettanti, ma che hanno portato vivacità e freschezza alla recitazione contribuendo decisamente al successo di questa prima stagione teatrale.

P.M.